Il Progetto è in fase di svolgimento a Catania, territorio dove l’indigenza è cresciuta a dismisura, come evidenziato dagli studi sulla povertà (dati Istat). Il quadro evidenzia che su 313.000 abitanti, la metà delle famiglie vive con un reddito inferiore ai 15.000 euro l’anno e il 40% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non è in formazione e non lavora. Alla Sicilia è stata affidata la maglia nera della dispersione scolastica: 1 giovane su 4 sfugge alla scuola dell’obbligo (Fonte Miur) e a Catania la percentuale di dispersione arriva al 38,6%, dato che colloca il capoluogo etneo al 3° posto tra le province siciliane. Lo sfaldamento del modello scuola-lavoro-famiglia, associato alla crisi economica, ha reso sempre più difficoltoso l’accesso al mondo del lavoro, esasperando il disagio socio-economico, in particolar modo quello della fascia giovanile. Inoltre l’assenza di controllo sociale e di una formazione culturale adeguata, che si amplificano nei quartieri periferici, hanno trasformato molti giovani in manodopera per la criminalità organizzata. Infatti, i quartieri di Catania più coinvolti (S. Leone, Librino, S.Cristoforo, Nesima, S. Giorgio, Zia Lisa, Fortino, Villaggio S. Agata) sono considerati “a rischio” poiché caratterizzati dalla carenza di infrastrutture essenziali, di luoghi di incontro e di aggregazione, degrado ambientale e paesaggistico, forte presenza di criminalità organizzata; luoghi dove si registra, inoltre, un’elevata percentuale di disoccupazione, occupazione precaria, minorile e lavoro nero ed un’elevata presenza di analfabetismo primario e di ritorno.
L’obiettivo generale del progetto è fornire il giusto sostegno al percorso di formazione educativa e didattica dei giovani che vivono in condizioni di concreto e potenziale rischio di marginalità e devianza, intervenendo nel loro processo di socializzazione e integrazione, agendo sul territorio e su tutte le componenti che ne fanno parte.
Gli obiettivi specifici del progetto sono connessi al sostegno educativo e alla socializzazione tra giovani e si muovono lungo quattro direttrici:
1) orientare i giovani verso la costruzione del proprio progetto di vita, prevenendo i comportamenti devianti e a rischio;
2) contrastare il disagio e l’emarginazione attraverso momenti di aggregazione culturale e sportiva;
3) prevenire le cause dell’evasione scolastica, ridurre l’abbandono scolastico e recuperare il gap di apprendimento didattico;
4) rafforzare le politiche di programmazione socio-educativa e culturale attraverso la costruzione di un Network di stakeholders preposti a ciò;
5) educare al lavoro attraverso esperienze e simulazioni di impresa con operatori del territorio
Le attività s’inseriscono nell’ottica della continuità progettuale di «Una Piazza per Catania» e nel continuo trasferimento della buona prassi della Piazza dei Mestieri da Torino a Catania, già in atto da diversi anni, che continuerà a ridurre la dispersione scolastica, formativa, il tasso di disoccupazione, sia dei minori che degli adulti. Dare continuità e stabilità al progetto permetterà che nel territorio si radichi un ambiente educativo d’integrazione e inclusione sociale, attraverso:
– la creazione di una rete costituita da attori che abbiano un diverso coinvolgimento, da quello imprenditoriale a quello sociale;
– miglioramento di alcune distorsioni comportamentali ed educati attraverso l’acquisizione di un metodo;
– l’acquisizione di una familiarità con le scelte di un’impresa;
– la costruzione di una identità “lavorativa” e sociale mediante l’ascolto di alcune esperienze;
– il miglioramento delle capacità di problem solving e di apprendimento attraverso metodi non formali;
– fare conoscere attraverso i vari eventi il vissuto delle generazioni precedenti;
– una maggiore inclusione/integrazione di tutte le diversità;
– una maggiore conoscenza e avvicinamento alla bellezza del gioco e del giocosport;
– la creazione di una alleanza educativa tra i partecipanti e le famiglie, nell’ottica del rafforzamento dei legami generazionali;
– dare maggiore organicità a tutti gli aspetti pubblici sia interni che esterni del progetto, permettendo così una partecipazione diffusa e perequata a tutto il target dei destinatari diretti e non dal progetto.